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Recensione de A History of Central Banking di Stephen Goodson

  • Immagine del redattore: Rosalba Mancuso
    Rosalba Mancuso
  • 27 apr 2017
  • Tempo di lettura: 4 min
A history of central banking cover

Quest’opera può essere molto utile per tutti coloro che cercano risposte alle cause della crisi economica e non le trovano. Certamente, l’opera può essere utilissima per noi Italiani, che tra i Paesi della zona euro abbiamo maggiormente risentito degli effetti negativi della crisi e dei diktat provenienti da Bruxelles e dalla “temibile” Banca Centrale Europea. Sto parlando del saggio scritto dall’ ex banchiere centrale del Sudafrica Stephen Goodson, intitolato A History of Central Banking and the Enslavement of Mankind

, ovvero "La Storia delle banche centrali e della schiavitù del genere umano". L’opera è disponibile, per il momento, solo in lingua inglese, ma l’autore, il cui nome completo è Stephen Mitford Goodson, vuole renderla disponibile anche al pubblico italiano. Per questo motivo, invito gli editori italiani a contattarmi per tradurre e pubblicare il saggio anche in Italia. Per quanto mi riguarda, ho letto l’edizione inglese del libro durante le settimane che precedevano le festività pasquali e posso confermare che si tratta dell’opera giusta al momento giusto, intendendo, per “giusto”, il difficile momento economico che tutti stiamo attraversando. La Storia delle banche centrali è un saggio storico, ma, soprattutto, una sincera confessione sui loschi sistemi che le banche centrali hanno messo in atto per secoli per sottomettere ed asservire il genere umano. Solo un ex banchiere centrale può conoscere le perfide regole e la perfidia dei banchieri che già dall’antichità hanno messo in atto quello che tutti conosciamo come il “signoraggio bancario”, ovvero un indebito arricchimento perseguito vendendo denaro, o meglio, prestandolo a pagamento, o con un interesse. Questo schema, che a conti fatti non produce nulla e non arricchisce l’economia reale, produce solo un effetto: l’indebitamento dei popoli o degli stati e l’esclusivo arricchimento delle banche, o meglio, dei proprietari delle stesse, cioè i banchieri. La distorsione che conduce alla crisi economica è proprio questa: il denaro stampato dai banchieri, cioè dai privati. Se il denaro fosse stampato dallo Stato e dai governi, verrebbe concesso gratuitamente ai cittadini, a loro esclusivo beneficio, e cioè per investire in attività economiche reali mirate a produrre ricchezza. E’ da questo concetto, che l’autore inizia un lungo, affascinante ed, a tratti, controverso, excursus storico attraverso i secoli, per spiegare la caduta degli stati e degli imperi e la creazione delle banche centrali. Si inizia con l’Impero Romano, dove la caduta non fu determinata, come tutti credono, dalle invasioni barbariche, ma dalla nascita dell’usura. In un Impero fortemente basato sulla schiavitù dei prigionieri e sulle disuguaglianze, fu estremamente facile per gli usurai avviare traffici per prestare monete in cambio di un interesse. Prima di ciò, a Roma si praticava persino il baratto, e nulla poteva minacciare lo splendore di un impero che dominava in ogni parte del mondo. Quindi, la prima vittima del signoraggio bancario fu proprio Roma. Uno degli oppositori di questo sistema fu Giulio Cesare, fautore della moneta coniata dall’Impero, ma, come tutti sanno, Cesare venne assassinato, così come lo furono tutti coloro che, come lui, sempre nel corso dei secoli, lottarono per affermare la sovranità monetaria degli stati contro quella delle banche e degli usurai. Persino Napoleone si schierò contro le banche private, ma, anche quest’ultimo, venne doppiamente esiliato e poi, probabilmente, avvelenato a Sant’Elena. L’analisi storica dell’ex banchiere sudafricano riguarda tutti quei paesi del mondo dove le banche centrali private hanno stabilito le loro regole e il loro potere, e quindi anche Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia, Germania, Africa, Giappone, Italia. Le banche centrali, capeggiate da potenti famiglie come i Rothschild e i Rockefeller, facevano pressioni sui governi per indurli a cedere la loro sovranità monetaria istituendo banche centrali private. Tutti i politici che votavano contro queste “pressioni”, venivano quasi sempre eliminati. Le banche centrali, infatti, una volta approvata la legge che le favoriva, potevano stampare moneta corrente senza alcun controllo legislativo, perché private! Il potere di questi privati divenne, dunque, sconfinato e capace di sconvolgere le sorti del mondo e di creare crisi economiche ad hoc per stabilire un nuovo ordine mondiale. Dettagliata la spiegazione della nascita della crisi americana nel 1929, quando le banche cominciarono a non concedere più prestiti e liquidità inducendo le aziende a chiudere e le persone a suicidarsi, come è accaduto anche con la crisi del 2008, ritenuta tra le più terribili dell’Umanità. Molto controversi i capitoli dedicati alla politica di Hitler per imporre la nascita di una banca statale in Germania. Hitler, come sappiamo, fu l’artefice dell’Olocausto, ovvero dello sterminio degli Ebrei, un personaggio che, personalmente, ho sempre odiato e disprezzato e che tutto il mondo deve odiare ad aborrire. Le recensioni a margine del saggio, spiegano, per fortuna, che l’autore ha solo trascritto dei dati storici, senza alcuna opinione personale nei confronti della politica  tedesca. Se avessi ritenuto l’opera a favore di Hitler, non l’avrei nemmeno letta o recensita. Gli esempi citati dall’autore sui Paesi dove le banche sono statali, sono lampanti: in questi Paesi esiste la piena occupazione, benessere ed equa distribuzione della ricchezza per tutti i cittadini. Seguire questi esempi, potrebbe certamente salvare l’Europa dalla catastrofe economica. Per capire, invece, come l’Italia sia dominata dalle banche private, vi invito a leggere il capitolo dove si racconta come la nostra nazione sia finita, nel secolo scorso, nella mani della JP Morgan! Spero che l’opera sa presto disponibile in lingua italiana. Per ora, concludo la recensione citando una frase riportata nel libro, frase che mostra tutta la pericolosità del sistema fondato sulle banche private: “Con una pistola, un uomo può rapinare una banca, con una banca, un uomo può rapinare il mondo”.

 
 
 

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